L’ennesimo appello arriva da alcuni cosentini legati alle tradizioni e alla cultura che caratterizza la città bruzia incontrati davanti a una nota libreria del capoluogo. «Siate ancora più incisivi: la Biblioteca civica non può continuare a rimanere chiusa. Uno scrigno che contiene volumi di inestimabile valore non può essere trascurato. Un’istituzione che dovrebbe essere l’ospedale civile della cultura (sì, hanno definito proprio così la Civica: ndr) invece non interessa a nessuno. Non porta voti. Non porta guadagno. Questo è il problema». Un amaro sfogo da parte di un gruppo di cosentini che leggono e si cibano di cultura. E che assistono al declino della Biblioteca cittadina. Come noi, del resto. Non è bastato essere incisivi per fare riaprire le porte della Civica nei tempi giusti. I vertici dell’Accademia Cosentina aspettano segnali concreti dalla nuova amministrazione comunale (ma senza il Bilancio le mani sono legate) e non intendono pronunciarsi ufficialmente. Il presidente Antonio d’Elia (guida pure il Cda della Biblioteca) ha avuto un primo confronto con il sindaco Franz Caruso (il Comune deve pure nominare i suoi rappresentanti al posto degli uscenti Succurro e De Rosa) che ha prodotto speranze e intenti. Sull’altro fronte si segue il progetto di statalizzazione che vede coinvolta la Biblioteca Nazionale avviato mesi fa ma che ancora non decolla. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza