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Cosenza, truffa e bancarotta: sequestrati due alberghi e beni per 6 milioni di euro a un imprenditore

Sigilli anche a 18 auto e 2 motoveicoli di grossa cilindrata, quote societarie, rapporti bancari e finanziari

I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo Speciale di Polizia valutaria, sotto il coordinamento della Procura, hanno eseguito il provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro, disponendo il sequestro patrimoniale finalizzato alla confisca nei confronti del 56enne Domenico Sarro, imprenditore cosentino attivo nei settori alberghiero, immobiliare e compravendita autoveicoli.

I beni sequestrati

Tra i beni "sigillati" sono ricomprese due strutture alberghiere site nella provincia di Cosenza, 99 immobili ubicati nelle province di Cosenza, Roma, Milano e Varese, 18 autoveicoli e 2 motoveicoli di grossa cilindrata, quote societarie, rapporti bancari e finanziari, con valore catastale di oltre 6 milioni di euro.

Le accuse

Il soggetto destinatario della misura cautelare, già a partire dalla fine degli anni ’80, aveva adottato condotte illecite per reati di natura economico-finanziaria, che, protratte nel tempo, gli avrebbero permesso di accumulare un patrimonio enorme.

Dalle indagini è emerso come l'imprenditore avesse creato un rapporto duraturo con altre persone truffando l’Erario e provocando bancarotte: operazioni che fruttavano vantaggi sia sul territorio calabrese che in diverse zone del territorio nazionale (in particolare Lazio e Lombardia). Le successive indagini a carattere economico-patrimoniale hanno fatto emergere la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del soggetto proposto e del suo nucleo familiare, avvalendosi anche di prestanome.

La ricostruzione dei flussi finanziari

Determinante la ricostruzione dei flussi finanziari, anche mediante la disamina di numerose segnalazioni di operazioni sospette. Alla luce di tali complessive risultanze, su richiesta della Procura di Cosenza, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catanzaro ha disposto, con tale provvedimento, il sequestro finalizzato alla confisca del patrimonio riconducibile all’imprenditore cosentino.

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