Il virus è un martello infuocato sui cordoni sanitari. E l’argine mal vestito della sanità locale sta cedendo velocemente. Da giorni, le ambulanze sfrecciano con le sirene accese e quel lamento, ogni volta, è come un pugno nello stomaco. Sono dirette tutte lì, all’“Annunziata” che da giorni mostra segni di sofferenza con reparti pieni e pronto soccorso sotto assedio. Ieri, anche le terapie intensive hanno raggiunto la saturazione. I posti dedicati al covid sono tutti occupati e la resilienza dell’intera area critica è a rischio. Dentro quelle stanze asettiche sono ricoverati tredici pazienti gravi, vite schiacciate tra quelle mura, alimentate a macchinari rumorosi che pompano ossigeno dentro quei corpi consumati da disperazione e sofferenza, in un rasentarsi di solitudine e di angoscia.
Uno dopo l’altro, ieri, sono finiti in Rianimazione sette nuovi pazienti. Il più giovane ha 37 anni ed è di Amantea, la più grande è una 79enne di Cosenza. Purtroppo, col 37enne, trasferito dalla Pneumologia, è entrata in Rianimazione anche la madre che di anni ne ha 67. Ma c’è stato anche chi, purtroppo, si è dovuto arrendere dopo aver provato a resistere, a lottare contro la rabbia del male come è accaduto a un 76enne di Casali del Manco. L’Asp ha comunicato altri due decessi, sempre ieri, sempre all’“Annunziata”. Si tratta di un 66enne di Belvedere Marittimo, deceduto nella Pneumologia, e di una 93enne di Bisignano, spirata nelle Malattie infettive.
Soffrono, inevitabilmente, anche i reparti ordinari con 34 pazienti in corsia e altri 7 che aspettano un posto in Pronto soccorso. Con la resilienza a rischio all’“Annunziata” (un solo letto ancora libero), l’Asp ha dovuto attivare nuove postazioni covid all’ospedale “Iannelli”. Ben 20 i nuovi posti attivati attraverso la riconversione dell’intero reparto di Medicina.
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