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Inchiesta su ecodelitti tra Roma e Sibaritide: rimesso in libertà Salvatore Luigi Di Callo

Il 61enne cassanese ha chiarito la propria posizione davanti al giudice e, secondo quanto emerso dall'interrogatorio, avrebbe spiegato agli inquirenti che il suo operato si limitava a trasportare le autocisterne

Inchiesta sugli ecodelitti tra Roma e la Sibaritide: il Gip di Roma ha rimesso in libertà Salvatore Luigi Di Callo. Il 61enne cassanese, difeso dall’avvocato Andrea Garofalo del foro di Castrovillari, ha chiarito la propria posizione davanti al giudice e, secondo quanto emerso dall'interrogatorio, avrebbe spiegato agli inquirenti quale era il suo reale operato all’interno dell’azienda. I giudici ne hanno disposto così la re-immissione libertà a seguito della provata inattualità del pericolo di reiterazione dei reati contestati dall’autorità giudiziaria.
Di Callo era stato posto ai domiciliari insieme ad altre sei persone. Si tratta di Vincenzo Lucchetti (di Spezzano Albanese), ufficialmente ideatore della Ecoter ma ritenuto collaboratore stretto di Borrelli, Giuseppe Bruno (di Altomonte, responsabile dell’attività di video ispezione e spurgo delle fognature per l’Ater di Roma e i campi nomadi), Ioan Sosa (Rumeno residente a Roma), Victor Hreapco (Moldavo residente a Pomezia), Domenico Civale (Cassanese) e Carlo Buono (di Altomonte), tutti dipendenti Ecoter, compreso lo stesso Di Callo. L’unico a finire in carcere era stato Giuseppe Borrelli, 51enne imprenditore di Altomonte, considerato il capo dell’organizzazione sgominata e che aveva messo in piedi – secondo l’accusa – un sistema dedito agli ecodelitti per tramite di due aziende la Ecoter, appunto, e la Moter che, invece di conferire i rifiuti nei regolari impianti di conferimento avrebbero, almeno in parte, sversato i reflui nella condotta pubblica risparmiando i soldi dello smaltimento corretto. Ad onor di cronaca si ricorda che tutti gli indagati sono da ritenersi innocenti fino al terzo grado di giudizio.

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