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Cosenza, Il virus arretra lasciandosi alle spalle quella scia interminabile di lutti

Nelle ultime 24 ore solo 84 positivi e a fronte di 82 guarigioni. Quattro pazienti in meno in ospedale ma sono tutti deceduti

I report ufficiali continuano a raccontarci la storia della pandemia dentro le nostre piccole e grandi città, tutte ugualmente sconvolte dal passaggio del virus. Il suo calpestio si è fatto incerto dopo aver raggiunto il picco. Adesso, i numeri lo danno in ritirata. Una fuga dalle città che da una settimana non sono più sotto assedio. I focolai sono, ormai, ovunque spenti con poca brace rimasta ad ardere sotto la cenere. Ma il bollettino quotidiano racconta solo una parte della storia, quella raccontata dai tamponi molecolari (la maggior parte di riscontro ai test antigenici rapidi) che si riferiscono a contesti ormai superati. L’attività di testing più consistente, quella delle farmacie, però, rimane polvere invisibile dentro il riassunto algebrico dell’Asp. E così può anche succedere che individui positivi all’antigenico rapido o loro contatti stretti non vengano neppure contattati dalle Usca. Per loro, l’inizio e la fine delle misure di salute pubblica (isolamento domiciliare) viene certificata dal farmacista e comunicata, con una telefonata o un messaggio, al medico di famiglia o al pediatra di libera scelta per non ben chiari (a questo punto) «adempimenti amministrativi».

Letalità

L’euforia del momento è sciupata dall’eccessiva mortalità che fanno di Cosenza e della sua provincia, luogo di ombre e di paura. Tutta la malinconia, purtroppo, affiora da quella statistica del dolore che, purtroppo, l’Asp continua ad aggiornare. Anche ieri, sono finiti in contabilità cinque decessi e negli ultimi sette giorni li malati che si sono arresi al Covid sono stati 21. Tanti, troppi.

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