L’ascesa di Omicron è cominciata con l’etichetta sbagliata (più politica che sanitaria) di banale raffreddore. Un raffreddore che continua a mietere vittime (altre due ieri, anche se una è effetto di ricalcolo perché era sfuggita al censimento quotidiano mentre l’altra è una 93enne di Paola, spirata nel polo covid di Cetraro) e a riempire gli ospedali. Anziani, giovani, bambini: tutti colpiti con o senza sintomi, con o senza sofferenza.
I numeri dei contagi? Su quelli pesa ancora l’anomalia cosentina dei test antigenici degli erogatori esterni (soprattutto quelli delle farmacie) che vengono caricati su una piattaforma diversa (Tessera Sanitaria) rispetto a quella utilizzata dall’Asp.
All’Igiene Pubblica giungono i referti cartacei che vengono caricati a mano. Con ritardi inevitabili su tutta la filiera della sorveglianza. Intanto, a Villapiana, il sindaco ha dovuto chiudere il Comune fino a venerdì dopo aver accertato il contagio di un “dinamico” dipendente. Così funziona la sorveglianza fai-da-te dei primi cittadini nel Cosentino.
Al di là dell’ombrello vaccinale e delle nuove norme, gli ospedali del Cosentino continuano a riempirsi. Anche ieri le aree mediche hanno registrato un saldo di due malati in più. Le corsie internistiche sono quelle più affollate con ben 157 pazienti suddivisi tra le varie strutture della provincia. Tra i ricoverati ci sono anche pazienti giovani. Il più piccolo è un bebè di Corigliano Rossano di appena un mese che viene seguito nel reparto di Pediatria di Cosenza.
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