Quando sembrava che tutto fosse ormai deciso, in realtà di sicuro non c’è ancora nulla. E oggi, alla scadenza della presentazione delle candidature per la corsa alla segreteria provinciale del Pd, potrebbe accadere ogni cosa. Persino un ulteriore rinvio del congresso (eventualità da non scartare), già fissato nei giorni dal 18 al 20 febbraio. Il motivo? Le solite marette all’interno del partito, stretto nelle maglie di un sistema correntizio dal quale non riesce proprio ad affrancarsi. Eppure la strada tracciata all’indomani dell’indicazione di Nicola Irto alla testa dei democrat calabresi lasciava intendere a un cambiamento reale, non solo di facciata.
In riva al Crati al momento si profila una sfida a due per assumere le redini della Federazione, pronta ad accogliere un terzo pretendenti nel caso in cui il presidente di Controcorrente, Antonio Tursi, sciogliesse le riserve e scendesse in campo a contendere la poltrona al sub-commissario, Maria Locanto e al vicepresidente dell’internazionale giovanile socialista mondiale, Vittorio Pecoraro, i soli a depositare le firme nel termine fissato in precedenza, cioè lo scorso 14 gennaio.
L’ipotesi Tursi, infatti, rimane in piedi, anche perché appoggiato dai Ricostituenti, dai Democratici e riformisti e da un segmento del Psi, che mercoledì pomeriggio si sono riuniti nella sede della Cgil in piazza della Vittoria per fare il punto della situazione, avendo in tasca le sottoscrizioni necessarie per depositare la candidatura di Tursi.
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