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Corigliano Rossano, sospesi i ricoveri in terapia intensiva

La mancanza di personale medico provoca gravi disagi nell’ospedale spoke della città ionica

Disperazione e indifferenza. È quanto si vive nei pronto soccorso dello spoke di Corigliano Rossano. Da un lato medici, infermieri e oss distrutti da turni massacranti e una situazione emergenziale quotidiana ormai non più sostenibile nè gestibile. Dall’altra c’è il silenzio assordante delle istituzioni sanitarie e politiche nei confronti dei reiterati appelli ad un intervento immediato per dare un barlume di speranza ad una intera categoria ormai ridotta allo stremo e messa definitivamente in ginocchio dalla pandemia. Ieri l’ennesima situazione di una gravità inaudita. Il direttore sanitario Pierluigi Carino ha disposto la sospensione momentanea dei ricoveri in terapia intensiva dello spoke di Corigliano Rossano. La decisione è stata assunta per la carenza di medici anestesisti e di conseguenza non si è in grado di garantire l'assistenza ai pazienti. Una situazione che getta davvero nel baratro assoluto il servizio sanitario del territorio ormai totalmente abbandonato a se stesso. Solo nelle ultime settimane si è denunciata la situazione che si vive al pronto soccorso del Nicola Giannettasio di Rossano, nosocomio che ospita anche il polo covid. Manca di tutto. Innanzitutto il personale. Per continuare a garantire il servizio di assistenza ai pazienti, sia covid che non, che giungono da ogni parte del vastissimo territorio di competenza, si coprono turni anche di 16 ore. Un medico e due infermieri. Poi il nulla. La pandemia ormai non vale più come scusa, e non può più esserlo quale giustificazione per la mancata organizzazione di come gestire le emergenze covid. Sono passati due anni.

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