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Diamante, ricattava l’ex amante: condannata in Appello

Ricattava l’ex amante. La Corte di Appello di Catanzaro ha condannato a due anni una donna di Scalea, accusata di estorsione a sfondo sessuale nei confronti di un insegnante in pensione di Diamante (Cosenza). La pena è stata rideterminata (rispetto al primo grado) perché il difensore dell’imputata, l’avvocato Giuseppe Mandarino, ha concordato la pena in Appello.

Alla donna veniva contestato il reato di concorso in estorsione aggravata perché, secondo l’accusa, avrebbe minacciato insegnante in pensione ultraottantenne – coniugato e con figli, con il quale aveva in più occasioni avuto rapporti sessuali – di informare i suoi familiari della relazione extraconiugale se non avesse consegnato 2000 euro quale prezzo del silenzio, costringendo quindi l’anziano a consegnarle il denaro. Secondo le indagini, la donna avrebbe realmente estorto al pensionato 100 euro con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona anziana.

La vittima, rappresentata dall’avvocato Francesco Liserre, subito dopo aver ricevuto la prima minaccia telefonica di consegnare i soldi, si rivolse ai carabinieri di Diamante, che riuscirono ad arrestare la giovane in flagranza nei pressi di un distributore di benzina di Scalea, subito dopo la consegna da parte della persona offesa della somma di denaro. Il Gup dispose poi il giudizio immediato per l’indagata. In primo grado venne condannata a 3 anni e 4 mesi. Ora la pena è stata rideterminata. La donna deve essere considerata innocente fino a sentenza definitiva.

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