La Procura di Paola ha chiesto la condanna a due anni e due mesi per l’ex sindaco di San Nicola Arcella, Barbara Mele, indagata nell’operazione “Archimede”. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare sia per la Mele che ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato che per gli altri 16 indagati. La Procura (guidata da Pierpaolo Bruni) ha ipotizzato una gestione illecita della depurazione sull’Alto Tirreno cosentino. Ieri mattina, il pubblico ministero Rossana Esposito ha chiesto la condanna a due anni e due mesi per l’ex sindaco per entrambi i capi di imputazione. Mentre i difensori dell’ex sindaco (gli avvocati Vincenzo Adamo e Giorgio Cozzolino) hanno chiesto l’assoluzione dell’ex sindaco per entrambi i capi di imputazione perché «il fatto non sussiste».
Il giudice si è riservato per decidere al prossimo 12 aprile quando oltre a decidere per la posizione di Barbara Mele, il gup deciderà anche in merito a tutti gli altri indagati che hanno, invece, optato per il rito ordinario. Il pm Rossana Esposito, a settembre, aveva chiuso le indagini e aveva chiesto il processo per tutti. La scorsa estate, l’operazione “Archimede” agitò le acque del Tirreno cosentino perché oltre al sindaco Mele (allora in carica e destinataria di una misura interdittiva) il gip del Tribunale di Paola, furono coinvolti anche amministratori, imprenditori, tecnici dell’Arpacal.
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