Il virus continua graffiare spargendo la sua polvere livida nel Cosentino nonostante l’avvio della nuova fase, quella di ricostruzione di un solido progetto di speranza dopo ventisei mesi in regime emergenziale. Per adesso, il Covid ha la stessa fisionomia. La narrazione del giorno è la ricostruzione matematica dell’arrogante presenza del microrganismo nelle nostre vite. Siamo prigionieri dei numeri che definiscono uno scenario stabile con 936 nuovi casi finiti a referto ieri contro i 940 riportati venerdì 25 marzo. Ma, a distanza di sette giorni, l’Asp ha comunicato un lieve rialzo del tasso di positività che è passato dal 19,55% della settimana precedente, al 20,17% di ieri. Ma, in sette giorni, la sottovariante Omicron.BA2 ha continuato a diffondersi una velocemente impressionante. Nel Cosentino sono state raccolte 5.990 diagnosi di positività (a fronte di sole 506 guarigioni) con una incidenza cumulativa che galleggia a quota 885,94 casi per 100mila abitanti. Servizi assistenziali Anche ieri è stata una giornata difficile negli ospedali della provincia. Tra i nuovi positivi ben 5 sono stati ricoverati mentre un sesto è entrato in Pronto soccorso. Altri due soggetti già positivi e in isolamento domiciliare sono stati trasferiti in corsia, evidentemente, in presenza di complicazioni. In sette giorni, il numero complessivo dei malati di Covid assistiti nei luoghi di cura della provincia è sceso dai 133 di venerdì 25 ai 132 di ieri. Purtroppo, però, si registra un preoccupante rialzo degli intubati: 5 in sette giorni. All’Annunziata è riservato il carico più importante con 67 pazienti nei reparti ordinari e Pronto soccorso e altri 5 nella Rianimazione. A Rossano risultano ricoverate 31 persone, altri 15 a Cetraro e 14 ad Acri. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza