Appalti truccati sull’Alto Tirreno cosentino. Rinviati a giudizio i 16 indagati che avevano scelto il rito ordinario. Mentre il gup Federica Altamura ha assolto perché «il fatto non sussiste» Francesco Arcuri, l’architetto di Diamante difeso dall’avvocato Francesco Liserre che, per il suo assistito, aveva chiesto la definizione della vicenda giudiziaria nelle forme del rito abbreviato. Arcuri, inizialmente, era accusato anche di associazione a delinquere, violazione della legge Anselmi e turbativa d’asta. Per queste ipotesi di reato, il procedimento era stato convenzionalmente denominato “Massoneria e appalti”. Ma, nel procedimento di ieri, all’architetto Arcuri veniva contestata soltanto «la formazione di firme false, in concorso con Luigi Cristofaro e Giuseppe D’Alessandro a danno dell’ex sindaco di Belvedere, Vincenzo Cascini, e anche degli ingegneri Gazzaneo e Ruggiero». Dopo la discussione delle posizioni con rito ordinario, alla presenza del pm Maria Francesca Cerchiara, si è proceduto al processo a carico di Arcuri. Per lui il pm aveva chiesto la condanna a anno e sei mesi di reclusione.
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