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Cosenza, l’assistenza sanitaria in lista d’attesa

Il Covid ha rallentato le attività ordinarie non urgenti paralizzando viste, esami e diagnosi

In oltre due anni di pandemia, abbiamo seguito con apprensione la battaglia tra la vita e la morte dentro corsie di ospedali piene di sofferenza, con gli occhi sempre appiccicati alle tabelle dei contagi e a quelle dell’occupazione dei servizi assistenziali. Numeri che percorrevano le impronte d’un virus che è entrato ed uscito periodicamente dalle nostre vite. Le sue tracce ora sono sempre meno evidenti, la sua presenza è sempre più sfumata, un tratto di matita sempre meno profondo. Il coronavirus sta uscendo dalle nostre vite, esorcizzato dal desiderio di ripartire, cancellato dalla voglia di normalità. E man mano che si allontana, diventano evidenti le ferite che il morbo ha lasciato sul costato di un sistema salute più volte piegato in tutto questo tempo. Visite, esami, terapie: tutto è rimasto sospeso in questi anni di assedio del virus con le patologie ordinarie rimaste imprigionate dentro interminabili liste d’attesa che si sono gonfiate col passare dei giorni fino a scoppiare. Il male oscuro dell’assistenza sanitaria è degenerato con il Covid trasformandosi in una pietra d’inciampo per chiunque sia costretto a sperimentare l’assistenza medica in questa terra. Le patologie ordinarie che non vanno trattate con urgenza faticano a rientrare negli ospedali e negli ambulatori. In questi due anni blindati sono state congelate decine di migliaia di prestazioni, tra visite specialistiche, esami, e operazioni programmate. Impossibile, poi, accedere ad esami specialistici in tempi brevi.

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