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Scalea, l’attrazione della camorra per le località della costa

Scalea: alcune inchieste hanno certificato l’esistenza di rapporti e affari. Rapinatori e spacciatori in trasferta. Mete turistiche. a volte usate come rifugio di latitanti e pericolosi criminali

Rapinatori in trasferta. Nei giorni scorsi due giovani originari di Scalea, nell’Alto Tirreno cosentino, sono stati arrestati a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli per una rapina. Erano in quattro: due sono originari di Scalea, uno è di Torre Annunziata, ma domiciliato a Scalea, e il quarto è di Scafati. La recente operazione della polizia, alla quale hanno partecipato anche i carabinieri, dimostra come è forte il “legame criminale” tra il Tirreno cosentino e la Campania.
Sono diverse, infatti, le inchieste che hanno documentato lo spaccio di sostanze stupefacenti tra Calabria e Campania. Giovani pusher che si vengono a rifornire nelle piazze di spaccio della costa cosentina. E non solo. Alcuni latitanti campani sono stati beccati in “vacanza” nelle note località dell’Alto Tirreno. A documentarlo sono le inchieste. Lo scorso 25 aprile il Nucleo investigativo del Gruppo carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito 27 misure cautelari, 23 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, e sequestrato un autonoleggio. Le misure sono state emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.

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