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Diamante, il sottosegretario Gabrielli agli studenti: non lasciare mai il territorio in mani sbagliate

Il teatro dei Ruderi di Cirella ieri mattina è diventato il palcoscenico per mettere a nudo la criminalità organizzata, per parlare di legalità e di cittadinanza attiva senza indossare le maschere. La giornata per la legalità nel ricordo dei 30 anni dalle stragi di mafia ha puntato sulla riflessione concreta, dove gli studenti delle scuole dell’Alto Tirreno cosentino sono stati protagonisti di un confronto con le istituzioni.
Una risposta immediata all’appello del sottosegretario di Stato della Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli per riscattare l’orgoglio e la consapevolezza di un Sud diverso, non ghettizzato in stereotipi che lo identificano solo con la malavita. Una presa di posizione per non lasciare il territorio nelle mani sbagliate. «Non chiederti quello che fa lo Stato per te, ma quello che tu fai per lo Stato. L’indifferenza è l’atteggiamento peggiore che ci possa essere; se noi rimaniamo indifferenti noi creiamo i presupposti della nostra fine», ha dichiarato Gabrielli, ricordando le storie di Giuseppe Letizia, Roberto Antiochia ed Emanuela Loi. Intervistato dal giornalista Francesco Verderami, si è soffermato sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, incalzando gli studenti a «non aspettare il testimone ma a prenderlo». L’intervista è stata preceduta dai saluti del questore Giovanna Petrocca; del sindaco, Ernesto Magorno; del prefetto Vittoria Ciaramella; del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti; del vescovo della Diocesi di San Marco, Leonardo Bonanno.

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