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San Giovanni, abbazia florense gremita per i funerali di Victor e Serena

Uno strazio, la celebrazione delle esequie funebri di ieri mattina, officiata da padre Giovambattista Urso in Abbazia, gremita all’inverosimile in ogni posto e ordine, slargo e traverse che davano al portone abbaziale comprese, quando l’autorevole francescano ha preso “in prestito” la parabola del Vangelo de “La vedova di Nain”: laddove cita una madre che aveva già pianto la morte del suo uomo e ora piange il figlio; inghiottita dal dolore più atroce, quello che non ha neppure un nome per essere detto.
L’uomo, in ogni modo non è in grado di capire il mistero perché Gesù ha voluto questi due giovani: Victor e Serena. Ma è certo che il Signore li avrà accanto e darà forza ai propri genitori. Parole di speranza e dolore, ascoltate con grondante tormento da tutta San Giovanni. Già, perché la cittadina s’è fermata e alle 11 tutta la popolazione era dentro e intorno all’Arcicenobio per dare l’estremo saluto alla giovane coppia deceduta nell’incidente di domenica scorsa in Sila. Al termine della santa Messa il ricordo di alcuni parenti e il saluto del sindaco Rosaria Succurro che ha espresso dolore e vicinanza per l’immane tragedia in nome di tutta la cittadinanza, assicurando sia la famiglia di Serena e sia quella di Victor che non le lasceranno sole; una giornata di lutto e silenzio, con tutte le strade deserte; muta, e sola e con ogni saracinesca abbassate.
Una cittadina smarrita sotto un sole tiepido ma non splendente, che, però, illuminava una tela gigante che ritrae la coppia sorridente sulla riva dell’Arvo, con la scritta: “Allora saliremo sopra il cielo. A piedi nudi, mano nella mano. Andiamo dritti fino al paradiso e un po’ più su. Dove tutto intorno esplode l’universo ed io che vedo solo il tuo sorriso, che fa sembrare tutto straordinario. Come te”. Questo l’ultimo regalo dei grandi amici a Serena e Victor.

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