Nel segno di Falcone e Borsellino. Il video ricordo dei simboli della lotta alla sub cultura mafiosa, infatti, hanno dato materialmente il via al primo “Festival della Legalità”, quattro giorni di appuntamenti, dibattiti, spettacoli teatrali, concreti e mostre sulla mafia raccontati ai ragazzi di tutte le scuole cittadine. Sono circa cinquemila gli studenti impegnati, insieme ai loro insegnanti e ai dirigenti scolastici, in una inedita full immersion sulla legalità che l'Amministrazione comunale, in particolare il sindaco Domenico Lo Polito, gli assessori Ernesto Bello e Federica Tricarico, hanno voluto ed organizzato per «non voltarsi dall'altra parte» dopo gli ultimi episodi criminosi che si sono consumati nella Piana di Cammarata e davanti alle scuole cittadine attraverso l'arresto di alcuni giovani spacciatori. «Sono contento di stare con voi, perché avete l'età dei miei figli ed è come se stessi parlando a loro». S'è presentato così il procuratore capo di Castrovillari, Alessandro D'Alessio. Il responsabile dell'azione penale del comprensorio giudiziario (tra i più grandi d'Italia) ha praticamente ripercorso, insieme al tenente colonnello del Reparto Operativo Carabinieri di Cosenza, Dario Pini, al caposervizio della redazione cosentina della Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati e all'avvocato Michele Donadio, la storia criminale della supercosca ionica che, nell'area del Pollino e della Sibaritide, nell'ultimo decennio ha seminato morte e distruzione, ammazzato bambini, cancellato vite di persone innocenti ed estranee alla mafia, devastato territori, depredato quelle Istituzioni che hanno voluto celebrare, così, una sorta di giornata della “memoria” anche in ricordo dei martiri della sub cultura mafiosa, in particolare dei magistrati Antonino Scopelliti e Francesco Ferlaino; dell'imprenditore Lucio Ferrami, di Giannino Lo Sardo e l'indimenticabile direttore del carcere di Cosenza, Sergio Cosmai.
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