Una nuova vicenda, tutta da capire, si abbatte sull’Istituto comprensivo “Mameli-Manzoni” di Amantea. Si tratta della stessa scuola in cui, per responsabilità diverse su cui la magistratura farà piena luce, non è stata avviata la mensa scolastica, con buona pace delle mobilitazioni poste in essere da tanti genitori. In questo caso la questione è ancora più delicata e coinvolge direttamente un alunno con disabilità.
Nel corso degli ultimi mesi i genitori dell’alunno si sono rivolti non solo al preside della scuola Francesco Calabria, ma anche all’Istituto scolastico regionale ed al Ministero dell’istruzione per partecipare «lo stato di disagio manifestato dal minore nel continuare a frequentare la scuola presso la quale è iscritto». Un disagio «derivante dal rapporto poco costruttivo instaurato con l’insegnante di sostegno. Riteniamo - spiegano i genitori in una missiva-denuncia .- che l’atteggiamento assunto nei confronti di nostro figlio non sia assolutamente consono alle difficoltà del bambino che sono ben specificate nella diagnosi funzionale di cui la scuola è in possesso. Le metodologie adottate non favoriscono l’apprendimento e la crescita del bambino e lo fanno sentire “diverso” rispetto ai compagni di classe. È sempre fuori dall’aula e ciò rende vani i progressi raggiunti».
A corroborare la tesi dei genitori, la denuncia inviata lo scorso 19 maggio al preside, pronta ad essere condivisa con l’autorità giudiziaria.
I due genitori si sarebbero aspettati una presa di coscienza da parte dei dirigenti dell’Istituto. Ma dal preside Francesco Calabria non è giunto nessun cambio di rotta. «Quanto riportato nella narrativa genitoriale - si legge nella missiva inviata dal dirigente - rimane allo stato privo di formalizzazione amministrativa inconfutabile, in quanto si fa riferimento a delle comunicazioni effettuate tramite mezzi informatici privati, frutto di una iniziativa personale del docente».
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