Renato Morrone è un uomo schivo. Non ama apparire sebbene abbia firmato durante la sua carriera importanti indagini sia nel Vibonese che nel Cosentino. Comanda la “stazione centro” dei carabinieri e vive perennemente in servizio: la sua presenza nella storica caserma “Paolo Grippo” è costante, senza soste e riposi. La gente lo cerca, vuol parlare con lui: incomprensioni, liti familiari, disagi sociali, vessazioni, disguidi, ingiustizie. “C’è il maresciallo?”: al piantone di turno tocca quotidianamente disciplinare l’accesso delle tante persone che vogliono affidarsi a questo sottufficiale che indossa l’uniforme dell’Arma dal lontano 1991. Il maresciallo Morrone è stato premiato, nel giorno della Festa dedicata ai 208 anni di fondazione dei carabinieri, come uno dei cinque migliori comandanti di stazione d’Italia. Un riconoscimento meritato che ha ricevuto a Roma direttamente dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Nella Capitale è stato ricevuto, insieme con gli altri suoi quattro colleghi premiati, dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella e, poi, dal comandante generale, Teo Luzi. È stato il modo per ringraziare lui e tutti i carabinieri che in ogni angolo della Penisola rappresentano, pure nei posti più lontani e sperduti, la Nazione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza