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Cosenza, campi estivi negati ai disabili: comuni sul banco degli imputati

Denuncia dell’Associazione italiana persone down di Cosenza costretta a fare da sé. «Chiedono alle famiglie di portarsi un educatore privato, come se la loro situazione non facesse parte di questo mondo»

Scuole chiuse ma genitori ancora a lavoro, temperature alte ma vacanze non ancora cominciate. Per molte famiglie significano ricerca attenta d’un campo estivo o altre occasioni di intrattenimento per i figli, soprattutto se si vive lontano dai luoghi di origine e quindi non ci sono nonni o altri parenti ad aiutare. È la quotidianità di milioni di famiglie non solo italiane, comprese quelle che accolgono ragazzi e bambini con disabilità.
Nelle ultime settimane il Centro antidiscriminazione Franco Bomprezzi di Ledha-Lega per i diritti delle persone con disabilità, ha ricevuto numerose segnalazioni da parte di famiglie che si sono viste rifiutare l’iscrizione al centro estivo per i propri figli diversamente abili. «La situazione più diffusa – spiegano dall’associazione – riguarda soprattutto la prassi di chiedere ai genitori di pagare un contributo aggiuntivo rispetto alla retta per poter usufruire dell’assistente di supporto specializzato (laddove questa figura sia necessaria al bambino per garantire un’adeguata frequenza al centro)».

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