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Cosenza: una via dedicata a Salvatore Bennardo, calciatore ucciso per errore dai clan

Salvatore Bennardo venne assassinato nel luglio del 1983 a San Fili perché scambiato per un boss della ‘ndrangheta

Morti per sbaglio. Vittime collaterali di agguati di mafia, oppure uccisi per tragici errori di persona compiuti dai sicari.
Tanti i casi registrati in Calabria, alcuni talmente clamorosi da aver indotto i killer autori dello scambio di persona a collaborare con la giustizia. È ciò che è accaduto a Bruno Adamo, originario di Firmo che, per il rimorso provato dopo aver ucciso un innocente, ha scelto di lanciarsi tra le braccia dello Stato. Adamo, nel luglio del 2007, davanti allo stadio di Paola, assassinò un incolpevole operaio forestale, Antonio Maiorano, scambiato per l’allora boss del luogo, Giuliano Serpa. La vittima s’era accomodata sulla sedia sulla quale, fino a pochi minuti prima, stava sfogliando un giornale il vero obiettivo dell’azione di fuoco. E come non ricordare la piccola Mariangela Ansalone e il nonno Giuseppe Bicchieri, assassinati a Oppido Mamertina nel 1998, perchè un “commando” di sicari scambiò l’autovettura su cui viaggiavano per quella di un boss che dovevano uccidere. Ancora, chi può dimenticare il pensionato Ferdinando Chiarotti, ammazzato nel 2000 dagli autori della strage di Strongoli che, nel portare a termine la loro missione di morte, lo colpirono per sbaglio mentre se ne stava seduto su una panchina sulla scena del crimine.

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