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Acquappesa, ore di attesa per i lavoratori delle Terme Luigiane

Il sindacato ha già avuto le prime interlocuzioni con la Regione e a breve si dovrebbe siglare l’accordo

Le Terme Luigiane

Terme Luigiane, dopo due anni di attesa in queste ore potrebbe chiudersi il cerchio. La Regione come è noto ha autorizzato Fincalabra ad entrare nel capitale sociale di Terme Sibarite, di ricapitalizzarla, e di permettere quindi alla società di sottoscrivere con la Sateca un contratto di fitto d’azienda per il controllo e la gestione delle Terme Luigiane, con opzione all’acquisto che si potrà esercitare entro il 31 dicembre del 2024. I tempi dovrebbero essere quindi brevi perché il governatore Roberto Occhiuto ha fretta di portare a soluzione la vicenda e riavviare la stagione termale per fine mese. Le maestranze tra dipendenti a tempo pieno e stagionali sono circa 250.
Ci sarà da studiare un piano che consenta di non lasciare nessuno a casa. E per tale motivo si è mosso per tempo il segretario provinciale della Cisl, Gerardo Calabria. Il sindacato ha avuto le prime interlocuzioni con Regione Calabria e con le Terme Sibartide e adesso aspetta la firma tra le parti per poi procedere a siglare l’accordo sindacale. Il contenzioso aperto tra Comuni e Sateca ha comportato il serio rischio che le Terme Luigiane a causa del lungo braccio di ferro non potessero più riaprire. Si chiuderà così, in ogni caso, proprio in questi giorni dopo ottant’anni, la storia della Sateca Spa. Un management aziendale che come una solenne tradizione dai padri fondatori si è tramandato di generazione in generazione.
La scelta di cedere le Terme Luigiane è maturata nel corso dell’ultima assemblea che era stata preceduta da una accorata richiesta da parte di quei lavoratori che per decenni sono stati alle dipendenze della società. Ma quella scaturita era forse l’unica decisione per consentire alle Terme Luigiane di tornare a rivivere. Il braccio di ferro è stato lungo e estenuante ed è iniziato alla scadenza del contratto nel 2016. Nonostante l’accordo in prefettura - arrivato dopo lunghe giornate di scioperi e proteste - i Comuni hanno cercato di forzare la mano dando luogo a un’apprensione coatta dei beni, due anni fa, ancor prima che venisse espletato un bando di gara.

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