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La rete di emergenza in ginocchio: medici in fuga dal 118 di Cosenza

In passato accadeva spesso nell’area jonica, dal primo luglio si verifica anche in città

Pronto soccorso ospedale Annunziata di Cosenza

Il Covid è un livido sul volto tumefatto del Cosentino. L’Asp, ieri, ha messo in fila ben 1.787 nuovi casi di cui ben 12 (con o per) sono stati ricoverati negli ospedali e un tredicesimo è finito in Rianimazione. Complessivamente, tra l’Annunziata (71) e gli spoke di Rossano (34) e Cetraro (15), nei servizi assistenziali della provincia risultano in cura ben 120 pazienti colpiti dall’infezione. È la punta dell’iceberg che ha preso definitivamente il largo, mentre la sanità pubblica continua a declinare esclusivamente il verbo del risparmio. Pochi quattrini in cassa, ospedali alla canna del gas, Usca cancellate e medici del 118 in fuga. Piaghe che si sono spalancate lungo il fianco lacerato del sistema-salute.
Era già successo spesso nell’area del distretto jonico. Dal primo luglio, invece, si sta verificando anche a Cosenza (e nelle postazioni dell’Unical e di Rogliano). È soprattutto quando cala il buio che alle richieste di soccorso risponde un’autolettiga non medicalizzata. Un autista e un infermiere ma senza dottore anche per i casi critici. Comprese le patologie tempo-dipendenti, quelle nelle quali anche un solo secondo di ritardo può avere effetti irreversibili nella malattia. C’è un problema di medici nel 118. Il sistema si reggeva sui precari storici a convenzione, uguali doveri di dipendenza con i colleghi a tempo indeterminato, ma diritti limitati in assenza di coperture previdenziali. Da una dozzina d’anni firmano rinnovi di sei o di dodici mesi. Accordi in regime di convenzione a 38 ore settimanali, che spesso diventano 42. Hanno aspettato inutilmente una stabilizzazione che non è arrivata, sottoponendosi a turni massacranti, di giorno e di notte, per garantire la continuità del sistema di emergenza-urgenza. Col Covid, poi, quello del medico del 118, è diventato un lavoro pieno di complicazioni, con le corse a casa di pazienti positivi. Senza tutele e con poche gratificazioni è cominciata la fuga. Via dal 118 cercando una sistemazione nella medicina generale o, al massimo, nella continuità assistenziale. E così, il sistema dell’emergenza territoriale a Cosenza è in ginocchio.

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