Il margine pericoloso di questa storia corre dentro l’“Annunziata”, un ospedale dove l’emergenza è pane quotidiano. «Sono anni che solleviamo il problema di un organico carente in tutti i reparti. Ma ora, col Covid e con le ferie prossime, i nodi vengono, inevitabilmente, al pettine». Lo sfogo di un medico serve ad accendere i riflettori sul disastro della mancata programmazione di questi ultimi anni. Il piano del fabbisogno del personale è stato ignorato e i risultati sono emersi dai conti del 2021: l’Azienda ospedaliera ha presentato una spesa del personale ridotta di 3,5 milioni di euro. Un miracolo economico delle manager che si sono alternate nella stanza dei bottoni negli ultimi anni? No. Piuttosto, è l’algoritmo della cattiva gestione. E il risultato è il mancato turn over in corsia. Il personale in pensione non è stato sostituito. Niente rinforzi, nemmeno con le iniziative del Governo che, durante lo stato d’emergenza, ha dato massima libertà nell’assunzione di nuovo personale. Ma l’Azienda ospedaliera non ha acquisito né medici, né infermieri.
La fotografia
E con l’organico ridotto si è stati costretti a tagliare i posti letto accorpando reparti e spingendo i malati verso altre strutture, lontano dalla Calabria. In Medicina, ad esempio, c’erano 50 posti, ora ce ne sono solo 14. Le Chirurgie sono scese da 40 a 16, in Pediatria si viaggia sui 12 posti dopo aver fuso due distinti reparti. Il Pronto Soccorso soffre più di tutti sotto l’assedio del Covid (e, naturalmente, anche dei pazienti non Covid). Ci sarebbe una intera corsia (la Medicina “Cosco”) con 20 posti letto che potrebbero essere utilizzati per svuotare quelle stanze dove si vive più che altrove il dolore che in alcuni casi diventa rabbia. Ma la soluzione non è praticabile. Perché? Non c’è il numero sufficiente di medici, infermieri e oss per gestire i posti letto.
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