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Cosenza, l'Anm ricorda Borsellino: “Onoriamo la sua grande eredità”

Il ricordo di Paolo Borsellino. Oggi, nell'aula della Corte di assise di Cosenza, i magistrati della sottosezione dell'Anm bruzia, guidati da Urania Granata, hanno ricordato il magistrato palermitano assassinato da Cosa nostra il 19 luglio del 1992. Alla iniziativa hanno preso parte anche gli avvocati della Camera penale, presieduta da Pietro Perugini.

Il documento

Ma ecco il documento diffuso dall'Anm di Cosenza: «Ogni anno, questa giornata della memoria, ci offre l’occasione di riflettere sui valori della democrazia, della libertà, della legalità, sul senso del nostro lavoro, sulla giustizia amministrata nel nome del popolo italiano, sul valore assoluto di quel patto che ci lega, la nostra Costituzione repubblicana. Uomini dello Stato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ci hanno lasciato una grande eredità che dobbiamo onorare ogni giorno con quello stesso impegno, quello stesso spirito di servizio, quella stessa devozione per lo stato di diritto, quello stesso coraggio da esercitare sempre, dentro le aule di giustizia ma anche fuori. In occasione del trentennale della strage di Capaci prima e di quella di via D’Amelio ad appena due mesi di distanza, è doveroso ricordare la professionalità, il rigore morale, il coraggio e lo spirito di sacrificio ed abnegazione di tutti i magistrati impegnati nella lotta alla mafia e nella difesa dello stato democratico. Non dobbiamo dimenticare che le intuizioni investigative di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in un momento storico in cui il fenomeno mafioso era un cancro informe e senza nome, hanno portato all’avvio del maxi processo, all’istituzione del pool antimafia, al riconoscimento dell’organizzazione criminale chiamata “Cosa Nostra”, alla legge sui “pentiti”, alla storica sentenza ed alla nascita della Direzione Nazionale Antimafia.  Tutto ciò ha segnato un cambiamento culturale nel contrasto alla criminalità organizzata che ha investito anche la società civile, risvegliandone la coscienza collettiva. Il ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino è dedicato anche all’altro versante fondamentale della lotta contro la mafia: quello della mobilitazione collettiva, del costante dispiegamento delle migliori energie della società civile, allo scopo di trasmettere e diffondere la memoria storica delle drammatiche e tragiche vicende vissute dall’Italia degli scorsi decenni, di alimentare la cultura della legalità, di affermare l’imperativo del resistere e reagire alle pressioni ed intimidazioni della mafia. La mafia e la criminalità si combattono non solo con il codice in mano ma anche con la qualità della politica, il prestigio delle istituzioni democratiche, l’efficienza e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni. La mafia e la criminalità organizzata si combattono alimentando la crescita della coscienza civica e la fiducia dei cittadini nello Stato di diritto. E per farlo occorre unità, coesione, coerenza, dignità, coraggio, perché, come diceva Paolo Borsellino: “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. E nel segno di questa continuità dobbiamo ogni giorno rinnovare quell’impegno che abbiamo assunto prestando la formula del giuramento: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana e al suo Capo, di osservare lealmente le leggi dello Stato e di adempiere con coscienza i doveri inerenti al mio ufficio”».

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