Un rientro tra mille dubbi. Il popolo della scuola deve fare i conti non solo con il via libera post Covid, ma anche con l’allarme prezzo del gas che minaccia di mettere a rischio le ore di lezione nei prossimi mesi. Perché i costi aumentano e potrebbero diventare insostenibili per gli enti locali chiamati a pagare le bollette: il Comune per le Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado; la Provincia per le Secondarie di secondo grado. Da più parti si ventila l’ipotesi della settimana corta, con solo cinque giorni in classe.
Già a lavoro
Sta valutando l’ipotesi la dirigente del Polo tecnico scientifico “Brutium”, Rosita Paradiso, la quale sottolinea che i problemi sono minori per i licei che hanno trenta ore settimanali, quindi gestibili in cinque giorni, anche se ci sarebbe da organizzare le pause per spezzare la mattinata in classe permettendo agli studenti i necessari tempi di recupero. Il problema resterebbero i trasporti da adeguare ai nuovi entrati di uscita e magari anche di entrata. Resta sul tavolo l’ipotesi di ridurre le ore a cinquanta minuti, come avvenuto durante l’emergenza Covid. Differente il discorso per istituti tecnici e professionali, per i quali le ore settimanali salgono a trentadue. Al “Brutium” c’è una sezione che ne fa trentatré.
Fuorigioco l’ipotesi di recupero in Dad, poiché da Roma è stata accantonata nelle ultime norme anticovid inviate alle scuole. Che comunque scadranno il 31 agosto, quindi dal 1° settembre si navigherà a vista, valutando l’andamento dei contagi e quello che ne consegue. Il primo vero esame arriverà con l’autunno e l’inevitabile inasprimento delle patologie infiammatorie e virali. Intanto giovedì prossimo primo settembre collegi dei docenti in presenza e mascherina… consigliata. Oltre che finestre aperte, come suggerito da Viale Trastevere. Quindi si corre il rischio di lezioni coi termosifoni chiusi e, appunto, le finestre aperte.
Taglio del personale
«L'aspetto più negativo è il mancato finanziamento per contratti del personale Covid», commenta il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Casali del Manco 1 e reggente del Convitto “Telesio” Andrea Codispoti, il quale sottolinea si tratta di donne e uomini «che hanno permesso di superare negli ultimi due anni la cronica carenza di personale scolastico, soprattutto Collaboratori scolastici e Assistenti amministrativi, a supporto degli alunni e del lavoro delle segreterie. Si sprecano ingenti risorse del Pnrr in progetti di dubbia validità e non si investe sulle persone». Il preside è favorevole all’ipotesi settimana corta: «Oltre al risparmio energetico, corta va incontro alle esigenze familiari di molti alunni; quindi tale modalità organizzativa permetterebbe di coniugare due necessità sempre più pressanti».
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