Una maxi-operazione della DDA di Catanzaro di alcuni giorni fa ha riguardato 254 persone e, fra queste, due avvocati: Marcello Manna e Paolo Pisani. Il primo è stato sottoposto agli arresti domiciliari ed al secondo è stata inflitta la sanzione della sospensione dell’attività professionale. «Ho grande stima personale e professionale dei colleghi – che conosco da tanti anni – che si sono sempre distinti per competenza, professionalità e correttezza e l’instaurazione di un procedimento penale a loro carico non scalfisce il mio giudizio, ripeto, personale», afferma il presidente dell'Ordine degli avvocati, Vittorio Gallucci, dopo l'operazione Reset. «Il mio non è solo un sentimento amicale o soprattutto fideistico sui colleghi ma nasce dalla profonda e sedimentata (in tanti anni di professione) convinzione che esiste la presunzione di innocenza come modus vivendi, consacrata in un principio costituzionale di civiltà giuridica, che, deve essere rispettato da tutti. Se la violazione del principio di non colpevolezza, previsto dall’art. 27 della Costituzione, avesse una sanzione specifica, credo che tanti, che nelle proprie esternazioni lo hanno violato, dovrebbero essere “rinviati a giudizio. Tanti principi della Costituzione sono stati originariamente interpretati come di mero indirizzo (una per tutte l’uguaglianza di genere che fino a quando non ha avuto concreta applicazione ha impedito l’accesso delle donne alla Magistratura) ma un’Avvocatura attenta e vocata all’applicazione corretta delle norme ha fatto sì che tanti principi costituzionali avessero un’applicazione tangibile e precettiva. Resta a Noi una domanda: chi viola il principio dell’art. 27 della Costituzione deve essere rinviato a giudizio? Si obietterà che tale principio è rivolto alla Magistratura e non può riguardare la libertà di esprimere il pensiero da parte dei cittadini. Ciò è vero nella misura in cui non si è sedimentato in Noi questo principio che però deve riguardare, senza se e senza ma, tutti gli addetti ai lavori ovvero quelle persone che per il ruolo che ricoprono hanno una responsabilità giurisdizionale (Avvocati e Magistrati) nonché per coloro che hanno incarichi di governo e di contrasto alla criminalità organizzata: è notorio infatti che le responsabilità dei nostri comportamenti viene rinvenuta e modulata a seconda delle competenze (uno specialista in medicina sarà ritenuto più responsabile di errore medico rispetto ad un giovane appena laureato). Fatta tale premessa devo rilevare come alcuni incarichi di governo di grande prestigio e visibilità devono essere ricoperti con sobrietà, pacatezza e competenza, anche perché sono qualità che ne giustificano l’affidamento. Non si può pensare di fare campagna elettorale mentre si ricoprono incarichi importanti e delicati.
Questo sul piano mediatico e personale. Sul piano giudiziario della vicenda non posso pronunciarmi perché, come si insegna dal primo anno di giurisprudenza, non possono esprimersi giudizi su processi di cui si conosce poco o quasi nulla (il Prof. Avv. Luigi Gullo – come l’Avv. Manna sa bene per essere stato tra i suoi migliori allievi – era solito dire “non esprimo giudizi su processi che non ho studiato”). Il rispetto dei provvedimenti giudiziari è uno dei capisaldi della nostra Professione che esercitiamo nella consapevolezza di essere indispensabili per la ricerca della verità e della giustizia. La Costituzione assegna all’Avvocatura il delicato compito di essere controllore della Magistratura, che al contrario degli altri poteri, non ha contrappesi perché è soggetta solo alla Legge. Gli Avvocati con le difese, le impugnazioni, eccezioni, appelli ed altro rappresentano il contrappeso al potere costituzionale della Magistratura che è soggetta, come detto, solo alla Legge nella consapevolezza del Costituente che l’Avvocatura è capace di contrastare gli eventuali comportamenti non conformi all’Ordinamento. Nella dialettica processuale tra Magistratura ed Avvocatura, quest’ultima, assolvendo alla funzione sociale di difesa dei diritti che la Costituzione le affida saprà difendere gli imputati e gli Avvocati coinvolti per fare chiarezza sulla colpa e sulla innocenza degli stessi. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza è convocato per mercoledì 7 Settembre ed affronterà l’argomento».
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