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Cosenza, caso Bergamini, secondo gli ex compagni di squadra "non si è ucciso"

Sentiti ieri mattina nel corso del processo che si sta svolgendo davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Cosenza

Denis Bergamini era una persona «gioiosa e un ragazzo con grande voglia di vivere». Così i suoi ex compagni di squadra, nel Tribunale di Cosenza, hanno descritto il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico.  Ieri mattina sono stati chiamati a testimoniare Alberto Urban e Ugo Napolitano davanti ai giudici della Corte di Assise. Sul banco degli imputati c’è Isabella Internò, l’ex fidanzata del calciatore. Alberto Urban era uno degli amici più stretti di Bergamini. Urban ai giudici ha raccontato dell’ultimo incontro avuto con Denis una settimana prima della sua morte. Ha detto di aver visto, in quell’occasione, il Denis «di sempre», ovvero «un ragazzo solare che aveva voglia di vivere e di ottenere qualcosa di importante, anche nella sua carriera».
«Denis – ha detto Urban – aveva ancora tanta voglia di avere nella sua vita quello che definiva il giocattolo più bello cioè il pallone, che era una ragione di vita». Gli ex compagni di squadra hanno sempre escluso che Denis si fosse ucciso. «Il sabato si pranzava, si andava a riposare e poi la sera si andava al cinema prima di cena – ha detto Napolitano –. Dopo aver visto il film, chi arrivava tardi a cena pagava una multa. Quella sera Denis non arrivò mai. In quel momento non si pensava al suicidio, la domenica siamo scesi in campo contro il Messina e non so neanche come abbiamo fatto. Denis era un ragazzo eccezionale, scherzava e tirava sempre il gruppo, mi permetta la frase era un “rompipalle”».
Nessuno di loro ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, anzi lo hanno sempre escluso categoricamente.

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