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Cariati, pescatori preoccupati per il caro carburante

A Cariati protestano i pescatori per il caro carburante. I pescatori di Cariati sono bloccati in porto, non solo per il fermo biologico della pesca, scattato il 5 settembre scorso, ma soprattutto a causa del costo oneroso del combustibile. Perché il caro gasolio e l’assenza di aiuti da parte dello Stato stanno facendo sorgere più di un dubbio, tra gli addetti ai lavori, sulla possibilità di tornare a uscire in mare dopo questa lunga pausa.

Il fermo cade quest’anno in un momento difficile poiché il blocco dell’attività va a sommarsi al caro carburanti, legato alla guerra in Ucraina con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno, costringendo i pescherecci a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, considerato che fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Ecco cosa dicono, allarmati, i pescatori di Cariati: «Abbiamo lavorato per una settimana per una manciata di pesce, ma soldi a casa non ne abbiamo portato». «Adesso siamo arrivati proprio alla fine. Andando avanti in questo modo non ci resta altro che chiudere e vendere le barche».

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