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L'assemblea pubblica di Attiva Rende: "Manna deve dimettersi subito"

L’assemblea pubblica convocata ieri sera si è conclusa con un invito al sindaco a lasciare l’incarico

«Dimissioni popolari». Così sono state definite da alcuni cittadini. Ieri pomeriggio, nella villetta di via Fratelli Bandiera, l’associazione Attiva Rende ha voluto chiamare a raccolta la città, dopo gli accadimenti delle ultime settimane. Per «difendere» Rende, non per attaccare gli amministratori. Sebbene, manco a dirlo, il sindaco (sospeso) Manna e l’attuale governance amministrativa siano stati chiamati in causa. Letteralmente. Due le notizie emerse: dimissioni – per loro – è che il Comune venga commissariato per almeno 24 mesi. Oppure un'azione politica contraria ed opposta che è quella della mozione di sfiducia. Ma al momento non si intravedono possibilità in tal senso. In piazza un centinaio di cittadini. Pochi? Tanti?
Insieme al consigliere Mimmo Talarico anche Marina Simonetti, Daniela Ielasi e Massimo Ladeda. Ma anche l’onorevole Annalaura Orrico, Carlo Tansi. In seconda linea il consigliere comunale Michele Morrone. Ma anche l’ex assessore Pierpaolo Iantorno, Carlo Petrassi. Il segretario regionale di Idm Emilio De Bartolo e tante altre associazioni.
Per capire meglio occorre una precisazione. Anzi una lettera, la “P”, citata da Talarico. “P”, come città periferica, «rispetto alle scelte politiche». «P», come permeabilità con le massime espressioni amministrative che sono al centro di inchieste giudiziarie così importanti. E «p» come prospettiva futura. Da qui la richiesta delle «necessarie» dimissioni di sindaco e amministratori. «Una città senza governo e senza rappresentanza è condannata alla retrocessione», la sintesi del ragionamento di Talarico e cittadini. «Mentre la giustizia fa il suo corso, abbiamo bisogno che tutti prendano coscienza, che vedano la palude nella quale l’amministrazione Manna ci ha condotti. Dopo 8 anni di mala gestione, la città è diventata meno vivibile su tutti i piani, ambientale, sociale, produttivo: non è più solo questione di incompetenza o immobilismo, qui parliamo di danni visibili e tangibili dai quali, per riprendersi, altri 8 anni non basteranno», hanno ribadito in più passaggi chi si è alternato al microfono. Adesso però la misura è colma, per tutti loro.

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