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Cosenza, l’urlo degli Oss: “Utilizzare la graduatoria di Cosenza”

Il Consiglio di Stato ha sospeso l’ordinanza del Tar della Calabria in riferimento al ruolo degli operatori socio-sanitari

La sanità del Cosentino tra alti e bassi. Il Consiglio di Stato ha sospeso l’ordinanza del Tar della Calabria che aveva rigettato la sospensiva sugli operatori socio-sanitari idonei nella graduatoria di Cosenza. «Da tempo – è scritto in un comunicato – gli Oss idonei della graduatoria di Cosenza stanno conducendo una battaglia di legalità al fine di veder riconosciuto il loro diritto ad essere chiamati al lavoro dalle varie amministrazioni sanitarie regionali. Proprio in un momento in cui si afferma esserci una grave carenza di personale però, non si comprende il motivo, poi ci si dimentica sempre della graduatoria di Cosenza che scaturisce da un regolare concorso pubblico».
Dopo la decisione del Tar, gli Oss di Cosenza hanno deciso di fare appello al Consiglio di Stato con il patrocinio dello studio legale Ciambrone-Mascaro & Partner. E si sono affidati a un collegio difensivo composto dall’avvocato Danilo Granata, del foro di Cosenza, e dal collega Marco Croce del foro di Roma che segue le vicende riguardanti un esposto già presentato al ministero della Salute. «Si è chiesto – è scritto nel comunicato – ai giudici del Consiglio di Stato, con appositi motivi indicati nell’atto di appello, di voler dire alle amministrazioni sanitarie regionali che devono utilizzare la graduatoria di Cosenza che non devono, per come erroneamente fatto, procedere a nuovi avvisi oppure riesumare altri avvisi già approvati ma, addirittura, successivi alla delibera di approvazione della graduatoria di Cosenza. Il Comitato degli Oss di Cosenza è da mesi che chiede un incontro con i vertici regionali ma, sino ad oggi, vox clamantis in deserto. Ci si augura che dopo questa decisione a favore degli Oss di Cosenza, la Regione possa essere più disponibile all’ascolto. Ovviamente gli Oss continueranno nella loro battaglia di legalità, a testa alta e schiena dritta, ma si augurano, ovviamente, che la chiamata in servizio possa poi far cessare la materia del contendere. Si tratta di madri e padri di famiglia che rivendicano il diritto ad essere assunti in base alla graduatoria vigente e scaturente da regolare concorso. Diversamente si andrà sino in fondo e sino alle sentenze di merito».

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