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Cosenza e le calamità naturali, pronto il Piano di protezione civile

L’Unical si prepara a consegnare a Palazzo dei Bruzi il documento che disciplina gli interventi

La terra urla quasi sempre di notte. Quel brontolio spaventoso arriva ogni volta quando le città dormono senza sospetto. Forse, è proprio per questo che quel grugnito improvviso, che scuote le pareti di casa, sposta i mobili e fa cadere gli oggetti, ci fa più paura. Ogni volta che accade è come se la fodera della nostra anima si squarciasse, perforata dal panico che non si gestisce facilmente. Succede quando si è costretti a fare i conti con il timore che un terremoto ci possa portare via tutto in fretta: l’abitazione, gli affetti, la propria vita. E così, quella visione umana che abbiamo dato a persone e cose si deforma velocemente fino a sbiadirsi, a confondersi nel nulla. Ogni volta il cuore sembra uscire dal petto mentre le gambe diventano pesanti e la testa sembra scoppiare. Non è facile restare lucidi per seguire con coerente applicazione il protocollo che ci viene suggerito dalle norme di protezione civile mentre l’angoscia è come una emorragia che non sembra raggrummarsi mai. Come è accaduto l’altra notte, quella tra mercoledì e giovedì, in molte case della città e del resto della provincia, un enorme territorio adagiato su faglie inquiete.

La notte insonne

L’energia del sisma, con epicentro nel Catanzarese, si è manifestata chiaramente anche a distanza perché la frattura non è stata superficiale (36 km di profondità) e ciò ha permesso all’onda sismica di propagarsi fino al Pollino, verso Nord, e sfiorare lo Stretto, a Sud. Ai piani più alti dei palazzi hanno vibrato i vetri delle finestre, scricchiolato le ante dei mobili e le porte. Episodio isolato o foreshock non definitivo, come lo ha etichettato il ricercatore indipendente, Giulio Riga? Servirà tempo per decifrarne i connotati. Intanto, però, si dovrà guardare a vista ciò che accade alle fragili ossa della Calabria. Secondo il professore Riga, «tutte le strutture geologiche della regione hanno completato la fase di accumulo di energia. E la scossa di Catanzaro potrebbe aver innescato il passaggio successivo, quello del rilascio». L’esplosione energetica avviene quando le rocce cercano nuovi assestamenti scomponendosi e ricomponendosi di colpo e liberando grandi quantitativi di energia sotto forma di terremoti. Le fratture nella pancia della Calabria si spalancano a Nord, lungo la faglia di Palinuro, che scorre verso Sibari generando una spinta dallo Ionio verso il Tirreno. Esattamente in senso opposto, invece, lavora la frattura Lamezia-Catanzaro, nella Stretta. E queste due forze uguali ed opposte si affrontano in mezzo a un’area di torsione che ha come nodo le faglie intermedie, quella della Sila-Vette, che taglia la zona del lago Ampollino, a Nord, e quella di Reggio-Jonio a Sud. E proprio a causa di questa tensione strutturale l’accumulo di energia nel sottosuolo è stato imponente e il rilascio potrebbe dar vita anche a un sisma di notevole intensità.

Piano comunale

Il “Piano locale di emergenza di Protezione Civile” attualmente in vigore è quello adottato da Palazzo dei Bruzi nel 2017. Un modello che, nel frattempo, è in corso d’aggiornamento come spiega l’assessore Veronica Buffone: «Il nuovo documento è in dirittura d’arrivo. Si tratta di uno studio approfondito che rimodula l’intera una pianificazione del soccorso in emergenza. Abbiamo rivisto un po’ tutto, dalle aree d’attesa, alla suddivisione dei settori cittadini, dalle zone di raccolta agli edifici strategici. Abbiamo individuato anche i perimetri destinati all’emergenza sanitaria. Si tratta di uno strumento indispensabile e necessario a garantire l’efficacia in termini di capacità di intervento del Comune in caso di eventi calamitosi. Il Piano è stato affidato al Laboratorio di Cartografia ambientale modellistica idrogeologica interno al dipartimento Dimes dell’Unical che è anche “Centro di Competenza” del dipartimento nazionale della Protezione civile. Un gruppo di esperti coordinato dal cattedratico Pasquale Versace. Si un intervento attuato in ossequio alle linee guida disposte dalla Regione con il Dgr del 20 dicembre del 2019. Appena ci verrà consegnato lo presenteremo in aula per l’approvazione».

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