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Il cancro ha ucciso 885 volte nel Cosentino

I dati sono relativi ai dodici mesi del 2021 ma non esiste una caratterizzazione con l’incidenza delle patologie sulle aree urbane

La sede dell'Asp di Cosenza

C’è un nemico invisibile che vive rintanato nelle viscere della terra che calpestiamo, nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo. Nella letteratura scientifica, terra, aria e acqua rientrano tra i cosiddetti fattori ambientali che valgono almeno quanto quelli familiari nella determinazione del rischio cancerogeno. Qualche mese fa, il professor Silvio Greco, capo della stazione zoologica calabrese, parlando di inquinamento delle coste calabresi, confidò la sua più grande preoccupazione: «Rispetto alle condizioni che abbiamo trovato sulla terra ferma, e non solo sui litorali, il mare gode di ottima salute. Piuttosto, è nella aree interne che abbiamo rinvenuto roba da incubo. Elementi pericolosi che abbiamo segnalato ai carabinieri». La terra è malata? Probabilmente è stata imbottita di veleni di ogni genere. Ma, forse, le cellule killer che scatenano il male sono condensate, soprattutto, in quello che mangiamo. Il cibo-spazzatura ha rimpiazzato progressivamente la cucina della nonna. La dieta quotidiana è impostata sui tempi più che sulle calorie e ciò che consumiamo durante la pausa pranzo è uno spuntino in grado di appagare la fame che non ha alcun legame con le cosiddette linee guida della corretta nutrizione.
L’Asp di Cosenza si trova a fare i conti con numeri che vengono definiti «elevatissimi rispetto a tutta la regione», all’interno del report regionale sui lea e relativo alla voce “Numeri di deceduti per causa di tumore assistiti dalla rete di cure palliative sul numero totale di malati deceduti di tumore”. L’ultimo aggiornamento per la Calabria risale al 2021 quando furono censite 1.648 vittime di cancro in tutta la regione con appena 206 decessi negli hospice e uno solo in assistenza domiciliare, corrispondenti al 12,56% del totale, valore non sufficiente a garantire i livelli previsti dalle tabelle. Ma la narrazione diventa preoccupante nel Cosentino dove in appena dodici mesi sono stati registrati ben 885 decessi per tumore (la metà delle vittime totali in Calabria). Ben 74 morti al mese, cinque ogni due giorni. Se ne sono andati tutti per lo stesso male: mammella, prostata, colon, reni, polmone, fegato. Non esiste una graduatoria di organi più o meno aggrediti dal male, una caratterizzazione, la definizione di un’area urbana più o meno colpita. E manca, pure, l’aggiornamento del dato completo dei primi dieci mesi del 2022. Ritardi che rallentano la lotta ai tumori che è fatta, soprattutto, di prevenzione, di studi, di mappature.

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