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Truffa al Santuario di Paola, ribaltato il giudizio di primo grado

Si parlò di un consistente ammanco su un fondo. Vennero eseguiti 12 provvedimenti cautelari

Il santuario di San Francesco di Paola

Truffa al Santuario di San Francesco di Paola: la Corte di Appello di Catanzaro ribalta il giudizio di primo grado del Tribunale di Paola. E anche Massimiliano Cedolia si “salva” grazie alla prescrizione. Vengono assolti Francesco Vidiri, Grazia Magurno, Ofelia Vidiri, Francesca Paola Vidiri e Salvatore Magurno perché il fatto non costituisce reato.
Il collegio presieduto da Fabrizio Cosentino revoca altresì la confisca della somma di 1.254.757,13 euro e di 286.000 euro e dispone la restituzione agli aventi diritto. Condanna Massimiliano Cedolia al pagamento delle spese sostenute in giudizio dalla Chiesa ex Conventuale di San Francesco di Paola e da Franco Russo liquidate in 2.700 euro ciascuno. I reati contestati a Cedolia come riferito dalla Corte D’Appello sono estinti per intervenuta prescrizione. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Giuseppe Bruno, Nicola Carratelli e Alessandro Diddi.
In primo grado invece, il Tribunale di Paola, nel novembre 2017, aveva inflitto cinque anni di reclusione a Massimiliano Cedolia. Il collegio aveva inoltre condannato a tre anni Francesco Vidiri, Grazia Magurno, Ofelia Vidiri, Francesca Paola Vidiri e Salvatore Magurno. Mentre aveva assolto la moglie e la zia del promotore finanziario, Maria Rosaria Punzo e Carmelina Preite, la prima per non aver commesso il fatto, la seconda perché il fatto non costituisce reato. Assolto, a Paola, pure Giancarlo Muselli, lo scenografo, docente all’accademia di Belle arti a Napoli. Il procedimento è stato istruito dalla Procura di Paola a seguito della denuncia fatta dai padri dell’Ordine dei Minimi nel 2013 per un consistente ammanco su un fondo.

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