Ed ora? La domanda sorge spontanea, dopo la manifestazione pubblica contro tutte le mafie, è all’ordine del giorno del dibattito pubblico.
Molti addetti ai lavori si sono soffermati più sui numeri dei partecipanti che sui contenuti. Eppure, nella provincia bruzia, mancava una fiaccolata pubblica dai tempi di Eva Catizone sindaco di Cosenza con l’associazione “Gerbera gialla” e “Riferimenti”. Altri hanno invece sottolineato le assenze, soprattutto quelle istituzionali. «Premesso che la lotta alla mafia è una cosa seria, e le manifestazioni che sostengono questa battaglia vanno calibrate e inserite in una analisi molto più complessa, devo registrare che il luogo scelto ha solo potuto creare equivoci per molti dei pochi partecipanti», afferma a mente fredda l’assessore rendese Domenico Ziccarelli.
«Se qualcuno ha pensato di farla contro l’amministrazione attuale pecca di gravi lacune riguardo agli elementari diritti costituzionali e del nostro vivere civile, e soprattutto si deve avere rispetto di chi è indagato e nel contempo rispetto del problema della lotta alla mafia. Lotta che nella nostra terra non è uno slogan», spiega Ziccarelli.
«Solo trecento manifestanti per venti organizzazioni che hanno aderito, risulta essere una manifestazione che non è riuscita, ho visto facce e volti che poco hanno a che fare con la lotta alla mafia.
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