Il coraggio delle donne. Cresciuto sempre più in questi anni grazie a una maggiore consapevolezza delle conseguenze di certi deviati rapporti e alla contestuale adozione da parte del Legislatore di normative efficaci e adeguate. Trascorsa la giornata contro la violenza sulle donne, abbiamo posto alcune domande a Matilde Spadafora, presidente della Fondazione “Roberta Lanzino”. La Fondazione porta il nome della studentessa di Rende stuprata e uccisa lungo la vecchia strada che da San Fili discende verso Falconara Albanese e Torremezzo. La studentessa è un’icona della lotta alla violenza di genere e la Fondazione che le è intitolata promuove ormai da decenni iniziative nelle scuole contro la subcultura della violenza e gestisce una casa di accoglienza in cui gratuitamente offre assistenza residenziale, psicologica e legale a tutte le donne vittime di soprusi. La struttura è stata voluta da Franco Lanzino, padre di Roberta, che l’ha presieduta sino alla morte. Venerdì la Fondazione ha promosso un corteo silenzioso, composto da mille studenti, che ha attraversato le principali vie della città.
La violenza contro le donne è un fenomeno in crescita, soprattutto nell’area settentrionale della Calabria: che ne pensa?
Purtroppo è vero: le violenze sono in crescita, ma è altrettanto vero che è aumentata pure la capacità di denunciare delle donne. Qualche anno addietro le donne in difficoltà venivano alla Fondazione, raccontavano quello che accadeva loro e poi sparivano. Non avevano la forza di denunciare. Ora è diverso: vengono, denunciano e noi le prendiamo in carico ospitandole e offrendo con psicologi e avvocati ogni tipo di sostegno.
E come se lo spiega?
Le donne sono meno remissive rispetto al passato. E l’uomo questo non lo sopporta perché c’è un ritardo nella crescita maschile, E’ difficile che un uomo, per esempio, vada da uno psicologo, che dunque si riveli e sia disposto a mettersi in discussione, Le donne invece lo fanno e ciò le rende più forti.
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