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Cosenza, la patata bollente dell'Amaco. Caruso: "Non abbiamo colpe"

Una patata bollente che a pochi giorni delle festività natalizie l’amministrazione comunale, già alle prese con altre problematiche, avrebbe voluto evitare. La richiesta di fallimento dell’Amaco presentata dalla Procura al Tribunale ha complicato il lavoro della giunta guidata da Franz Caruso. Il primo cittadino (con lui c’erano pure l’assessore ai Trasporti, Damiano Covelli, e il presidente del Consiglio. Giuseppe Mazzuca), nel corso di una conferenza stampa, ha voluto fare chiarezza su alcuni aspetti della vicenda. Rassicurando sul loro futuro i lavoratori e rispondendo, ovviamente, all’attacco frontale dell’amministratore uscente, Paolo Posteraro.

«È bene ristabilire la verità - ha esordito Caruso - avevamo assunto degli impegni sulla base di un presupposto che in realtà non esisteva. Si parlava di una crisi congiunturale che ci ha portato a fare una proposta di ricapitalizzazione dell’Amaco attraverso il passaggio di beni comunali. L’obiettivo era quello di destinare una somma che si portava in bilancio Amaco da noi contestata, dunque un credito che non era né credibile né esigibile, lo abbiamo riconosciuto in una forma che ha consentito alla Commissione Osl di versare nelle casse aziendali 900mila euro utili a evitare la cassa integrazione. Nel momento in cui si è scoperto che la crisi era strutturale come messo nero su bianco dagli organi di controllo e si è cominciato a parlare di mancanza di continuità aziendale il quadro di riferimento è cambiato. Ma non è venuto meno l’impegno dell’amministrazione comunale - ha sottolineato il sindaco - abbiamo chiesto all’Amaco un Piano di risanamento che ci consentisse come socio unico di ricapitalizzare con dei beni, sapendo che c’era una prospettiva di recupero e di rilancio dell’attività dell’Amaco. Non ci è stato presentato nulla e l’Amministrazione non poteva esporsi a possibili rilievi della Corte dei Conti». Franz Caruso affonda il coltello nella piaga. E parla di «sciacallaggio politico».
«Non vedo quale responsabilità possa avere il Comune. Io non ho amministrato per cinque anni l’Amaco. Le responsabilità del dissesto non possono essere imputate al sindaco che è stato eletto un anno fa».

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