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Infermieri cosentini del Nursing Up in assemblea. I nodi: carenza personale, buoni pasto e mensa

La biblioteca del presidio Ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza ha ospitato un'assemblea sindacale, organizzata dal Nursing up e aperta a tutte le figure sanitarie. All’incontro hanno partecipato il responsabile Regionale Nursing Up Calabria  Dott. Stefano Sisinni e l’avvocato Andrea Baldino (legale Nursing Up Calabria). All'ordine del giorno il Nuovo contratto collettivo 2019/2021, il demansionamento e la carenza personale, mensa e buoni pasto e la vertenza legata a vestizione/svestizione.

L'incontro

Il dottor Andrea De Cicco (segretario aziendale Nursing Up Azienda Ospedaliera di Cosenza) introduce e sottolinea l’importanza di promuovere le assemblee sindacali ed ascoltare la voce di chi lavora nei reparti: “La vera criticità dei nostri reparti (qualcuno) dice di conoscerla, ma quel (qualcuno) non sa che noi la viviamo”.  Tanti sono stati i sanitari  che hanno partecipato attivamente all’assemblea. Il responsabile regionale Stefano Sisinni  in merito al nuovo contratto collettivo, ha chiarito in modo esaustivo quali sono i nuovi traguardi che il sindacato è riuscito ad ottenere con una contrattazione non facile a livello nazionale, inoltre sottolinea che la contrattazione decentrata avrà un ruolo fondamentale. In seguito interviene l’avvocato Baldino che illustra il lavoro svolto e i risultati che il Nursing Up porta a casa con le sue battaglie ormai note in difesa dei lavoratori, ricordando che altri tre dipendenti ospedalieri iscritti e legalmente rappresentati dallo stesso hanno ottenuto il riconoscimento economico sui tempi di vestizione/svestizione.

La battaglia legale, iniziata con il deposito di rituale ricorso al Giudice del Lavoro di Cosenza, è culminata con l’emissione della sentenza di accoglimento totale delle richieste in favore di altri tre dipendenti D.R. e P.C. entrambi TSRM  e un CPS INFERMIERE A.C. con sentenza 2036,2037,2038 del 2022 il  tribunale di Cosenza sezione lavoro condanna l’Azienda Ospedaliera di Cosenza a risarcire rispettivamente i tre dipendenti € 5.114,76, € 5.116,16 e 5.100,89 a titolo di  spettanze arretrate.

Con attenzione viene seguita questa fase dell’assemblea, il personale tutto articola domande che manifestano l’interesse degli argomenti trattati. La discussione continua con la lettera degli operatori sanitari del Pronto Soccorso che, intendono interpellare gli addetti ai lavori, qualora non fossero già note le problematiche del Pronto Soccorso. Si discute sull’apertura dell’OBI, criticando il modus operandi di un’ Azienda che pecca di logica visto la carenza di personale

“Gli operatori del triage chiedono maggiore attenzione sul problema” che vengono ripetutamente aggrediti. “Questi nostri colleghi non possono essere non tutelati, le scelte sciagurate di un’azienda che garantisce il turnover solo ai commissari, non possono avere ripercussioni sul piano psico-fisico dei nostri colleghi. I veri carnefici di questo scempio non hanno la divisa!  Noi siamo vittime di un sistema sanitario ormai collassato”

La gravissima carenza di personale – dicono i dirigenti sindacali - determina l'impossibilità di garantire il numero adeguato di operatori per garantire l’assistenza nei reparti, inevitabilmente si ricorre a lavoro straordinario al punto di prosciugare il fondo dedicato. Il personale ha raggiunto livelli di stress correlati al lavoro insopportabili. Non è più possibile rispettare i limiti imposti dalla normativa e garantire i livelli minimi assistenziali. Quest’Azienda – proseguono i sindacalisti - non ha alcuna intenzione di implementare l'organico ridotto al lumicino con nuove assunzioni e bandire nuovi concorsi, nel tentativo di dimostrare che sta risparmiando soldi sulla nostra pelle e a discapito dei livelli minimi di assistenza da garantire ai pazienti. L'unico modo per opporci a questo piano dissennato è far sentire forte e chiara la voce dei lavoratori in difesa dei diritti nostri e della cittadinanza. Nei prossimi incontri si decideranno le ulteriori forme di lotta. Chiediamo - concludono - l'intervento di tutte le istituzioni che possono e devono avere un ruolo in questa vicenda, promuovendo azioni informative e coercitive per il ripristino della legalità e per il rispetto della normativa vigente, nonché degli indirizzi sia assessoriali che del ministero della Salute”.

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