La Glock P80 calibro 9 nuovissima, ben oleata e pronta a sparare è saltata fuori da una cassetta occultata nel cuore di Timpone Rosso, quel quartiere tristemente noto e spesso finito nelle pagine di cronaca per vicende legati a fatti di nera e giudiziaria.
A ritrovarla sono stati i Carabinieri della Stazione di Cassano All’Ionio. Il recupero è avvenuto lunedì sera nel corso di una delle operazioni di controllo e di rastrellamento del territorio decise e attuate dai militari cassanesi. Proprio nell’ambito delle nuove ispezioni effettuate dai militari della Stazione di Cassano centro nei giorni immediatamente successivi al Capodanno, è emersa da una cassetta occultata nell'area comune delle case popolari del quartiere Timpone Rosso, una pistola Glock modello P80 calibro 9×19 clandestina, in quanto non censita nel catalogo nazionale delle armi, 14 munizioni calibro 9 Luger e ben 71 grammi di hashish.
C’era tutto, dunque, droga, armi e munizioni da utilizzare per ogni evenienza. Si tratta della settima pistola ritrovata dagli uomini della Compagnia di Cassano – diretta dal Capitano Michele Ornelli – in poco più di due settimane.
Tra il 15 e il 21 dicembre dello scorso anno, in contrada Corsi a Sibari, sempre i militari sibariti avevano trovato sei revolver: cinque nel corso del primo blitz (per il quale era finita in manette una coppia poiché le armi erano in un magazzino di loro proprietà) mentre la sesta, una calibro 22, i detective in forza al Nucleo operativo, l’avevano trovata sotterrata in una porzione di terreno a pochi chilometri dal quel locale adibito a deposito di attrezzi agricoli nel quale era occultato un vero e proprio arsenale: ben cinque pistole di vario calibro, alcune delle quali con matricola abrasa, quasi trecento munizioni per pistola, otto caricatori, giubbetti antiproiettile e svariati pezzi di ricambio per armi, tra le quali ben sei molle di caricamento.
Le sette pistole sono un ritrovamento importante che potrebbe offrire delle chiavi di lettura sui tanti delitti di matrice ’ndranghetista avvenuti nella Sibaritide a partire dal giugno del 2018 quando, davanti al suo locale, venne ammazzato l’ex boss Leonardo Portoraro garante fino ad allora della pax mafiosa che vigeva tra i clan della zona. Una pace saltata e che ha visto diverse ammazzatine, ferimenti e tentati omicidi nei mesi a venire.
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