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Cosenza, De Salazar e lo snodo del Pronto soccorso

Il commissario straordinario si è affidato a due consulenti esperti, Achielle Gentile e Francesco Amato, per trovare soluzioni. Rinforzi in prima linea e ricerca di spazi per ampliare la degenza nei reparti ordinari

L’ingresso del pronto soccorso all’Annunziata di Cosenza

La storia di queste ultime ore ci riporta con ansia e dolore nel Pronto soccorso dell’“Annunziata” che, da qualche giorno, ha cominciato a ripopolarsi anche nell’area covid. Una prima linea che è tornata ad essere incandescente con pazienti ammassati in quelle stanze sotto assedio. Casi gravissimi, urgenti, anime in pena parcheggiate ovunque, persino nei corridoi. Code di lettini e barelle con malati in attesa del responso del tampone e di un ricovero. Uomini e donne insieme, senza privacy, lamenti e odori confusi, di mali diversi, respiri, rantoli, affanni. Scene di quotidiana sofferenza a cui avrebbe assistito anche un esperto chiamato dal commissario Vitaliano De Salazar a ispezionare la prima linea dell’ospedale hub alla ricerca di uno sbocco dignitoso all’emergenza. «Mai vista una cosa del genere», lo sfogo sotto voce del tecnico, percepito da alcuni pazienti in coda. Tra quelle stanze strette e affollate, l’angoscia privata diventa spesso coinvolgimento pubblico per quei pazienti più gravi che si agitano avvolti in coperte e che restano attaccati a una flebo chissà da quanto, chissà per cosa. Si sta cercando di fronteggiare l’emergenza aprendo le porte solo ai soccorsi in “codice rosso”, mentre tutte le altre ambulanze vengono dirottati negli spoke della provincia. Si cerca di evitare il collasso di un reparto che non ha più medici (solo 5 in organico col primario Pietro Scrivano che è, ormai, eroicamente sempre in corsia) e può contare su un manipolo di nuovi infermieri.
Il piano del commissario De Salazar punta a far uscire il Pronto soccorso dal suo lungo lockdown provocato da una inarrestabile emorragia di personale mai rimpiazzato. Corsie sempre più vuote e attese dei malati sempre più lunghe.

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