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Cosenza, lunghe attese per visite ed esami: cittadini infuriati

Non solo il caos dei pronto soccorso ma anche l’impossibilità di sottoporsi ad accertamenti diagnostici in tempi ragionevoli. Per una colonscopia si può restare in coda fino a dieci mesi

Sanità cosentina in codice rosso e cittadini infuriati. La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno perché sono sempre più in aumento i casi di Covid e le influenze degenerate in polmonite. Il Pronto soccorso dell’Annunziata sta esplodendo, i reparti sono in sofferenza: mancano posti letto e manca soprattutto il personale. Ma queste sono notizie, ormai, conclamate. I cittadini, però, sono sempre più arrabbiati perché si vedono costretti a rivolgersi altrove anche per eseguire esami diagnostici. Basta fare un giro al Cup dell’Annunziata o nelle farmacie della città e dell’area urbana per prendere coscienza che i tempi di attesa sono lunghissimi. Bisogna aspettare tra gli otto e i dieci mesi, per esempio, per eseguire una colonscopia in ospedale con impegnativa; tra i sette e gli otto mesi per una risonanza magnetica. Tempi biblici anche per visite chirurgiche, per esami diagnostici nel reparto di Urologia o per eseguire una Tac. Le attese sono, quindi, infinite se si vuole fare questi esami con il sistema sanitario, cioè portando l’impegnativa dello specialista. Il quadro cambia se esami diagnostici o visite specialistiche vengono eseguite in intramoenia, cioè a pagamento. In questo caso, la situazione cambia da settore a settore, ma i cittadini se pagano aspettano molto di meno. Le attese si riducono a livello esponenziale: l’attesa è anche di pochi giorni. Anche se nel caso delle visite chirurgiche, per esempio, pure a pagamento a volte si deve attendere qualche mese (ad esempio, al momento ci vuole febbraio).

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