C’è almeno un punto fermo, una certezza, nella vortiginosa giostra dei rincari quotidiani. In questo mondo che gira all’impazzata e fa impennare i prezzi all’inverosimile – dai carburanti alla mortadella – sono rimaste pressoché stabili le quotazioni di mercato delle sostanze stupefacenti. Anzi, secondo gli addetti ai lavori (personale del Serd e forze dell’ordine) sui prezzi al consumo – che sia cocaina, eroina, cannabis o hascìsc – si sarebbero registrate anche delle sensibili contrazioni. Per una dose di cocaina – che non più tardi di quattro anni fa valeva intorno ai centoventi euro – attualmente servono poco più di trenta euro e, in ogni caso, non si va oltre i cinquanta. Analogo discorso per l’eroina che – afferma il dottore Roberto Calabria, responsabile del Serd, «non è mai sparita dal mercato e continua a fare danni» – sul mercato è venduta a poco più di quindici euro a dose. Prezzi in calo, quindi. Ma c’è da stare poco allegri, visto che la contingenza indica – a voler essere superficiali – che non solo è aumentato il consumo, ma evidentemente è satura anche l’offerta. Perché la droga, nel comprensorio dell’area urbana scorre a fiumi. Ciò è testimoniato non solo dagli arresti, dalle denunce a piede libero e dai quotidiani sequestri di sostanze, ma anche dagli accessi al Servizio per le dipendenze dell’Asp – che cura circa ottocento persone nella sola area urbana e – dove ogni giorno si registra la presenza media di oltre trecentosessanta unità. Una popolazione (che non fa solo uso di droga, «attualmente – precisa il dottore Calabria – è corretto usare il termine politossicodipendenza» – è cresciuta in modo apprezzabile soprattutto negli anni bui della pandemia. Agli inizi del 2020 nei registri del Serd s’è registrato un incremento di 114 nuovi utenti. Niente, rispetto all’anno successivo, quando i nuovi accessi hanno toccato la quota delle 145 persone, alle quali vanno poi aggiunte le centosei dell’anno appena trascorso.
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