Il prete scrittore. E “giallista”. Enzo Gabrieli non smette di sorprendere per la sua vulcanica creatività. È il talento che assorbe gli uomini di «spirito e d’intelletto» avrebbe scritto Vittorio Alfieri. Parroco di Mendicino, responsabile dell’Ufficio diocesano di comunicazioni sociali, direttore di “Parola di vita” - il primo moderno ed efficace strumento di comunicazione adottato dall’Arcidiocesi - promotore delle cause dei Santi, consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti, docente all’Istituto Teologico, segretario generale della Federazione Italiana Settimanali Cattolici. A lui si devono gli studi appassionati e gli approfondimenti compiuti sulla mistica di Paravati, Natuzza Evolo, e sul tropeano don Giuseppe Mottola.
Don Enzo firma adesso una nuova fatica letteraria per i tipi della Pellegrini editore: “L’ombra di Michelangelo”. Un’opera scritta con linguaggio fluente, volando tra l’arte e la storia come bene seppe più volte fare l’immortale Umberto Eco. La vicenda parte proprio dall’indimenticabili Buonarroti che riceve da un mercante veneziano un cono d’avorio con il quale reralizza un Cristo alla colonna. Il prezioso oggetto viene trafugato e finisce in mano alla “Fratellanza dei Venti”, diventando così il testimonium di un impegno a difesa della fede cattolica oltre che delle arti. Dopo alterne vicende, nel 1766 l’opera viene donata al vicerè di Napoli, Fernando Gioacchino Fajardo, quindi da questi trasferita al nobile cosentino don Antonio Caputi il quale, a sua volta, ne fa omaggio alla Congregazione dei Nobili di Cosenza che opera nella austera Cattedrale.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia