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Pronto soccorso Paola-Cetraro, all’appello mancano sei medici

Turni massacranti e camici bianchi stremati. Prosegue la raccolta di firme per Emodinamica

L'ospedale di Paola

Nei Pronto soccorso dello spoke Paola-Cetraro mancano sei medici. Tra trasferimenti e pensionamenti il personale in questi anni è diminuito drasticamente. Uomini e donne in prima linea costretti a estenuanti turni e interventi.
Sono gli ultimi rimasti a difendere l’avamposto dei due ospedali sul Tirreno cosentino. Il personale ha gli occhi stanchi e lucidi. Si lavora senza nemmeno riuscire a staccare tra un turno e l’altro. I pronto soccorso non riescono a sopperire al gran carico quasi raddoppiato degli accessi molti dei quali inopinati. Si riesce al momento a garantire nello spoke Paola-Cetraro solo un medico per turno. E non è affatto sufficiente. I camici bianchi oggi sono chiamati – in caso di assenza per malattia dei colleghi – a turni massacranti. A questo si aggiunge il problema della sicurezza per il quale è intervenuto anche l’Ugl di Cosenza sollecitando l’istituzione di presidi di polizia permanenti nei due nosocomi. La questione è al vaglio del prefetto e del questore. La necessità di creare un filtro ai Pronto soccorso era stata avvertita a suo tempo in particolare dal sindacato medici italiani. E gli appelli si era sprecati.
Sul tappeto c’è anche il problema delle guardie mediche. In molti comuni la loro assenza si fa sentire. A questo si aggiunge che mancano a Paola negli ambulatori dei nuovi Aft – che hanno preso il posto dei nuclei cure primarie – gli specialisti. Non riescono ad essere ad esempio effettuati come spiega il sindacato medici italiani esami specifici.

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