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Sibaritide, il risveglio della mafia rurale: aziende prese di mira

I rigurgiti di una mafia rurale. Il furto subito nella notte tra il 24 e 25 febbraio dall’azienda Agricola Doria riaccende la questione dei rapporti tra ’ndrangheta e il mondo agricolo, in particolar modo nella Sibaritide. L’impresa cassanese è stata messa in ginocchio da un furto di notevoli proporzioni avvenuto sfruttando l’oscurità delle tenebre. Ignoti hanno portato a segno il colpo su cui adesso indagano i carabinieri della Compagnia di Cassano e durante il quale sono stati sottratti almeno tre trattori, attrezzatura di vario genere, abbacchiatori, dei tagliaerba, motoseghe e tanto altro per un importo pari a oltre 100mila euro. Materiali e attrezzature che permettevano il quotidiano svolgimento del lavoro che caratterizza l’azienda da più di cento anni.
Ma non si tratta, purtroppo, l’unico caso che si è registrato negli ultimi anni nella Sibaritide. Un fenomeno che, anzi, è in costante crescita. Nel gennaio del 2018, i carabinieri dell’allora Compagnia di Corigliano scoprono un giro di furti di trattori in Calabria. I militari recuperano tre mezzi rubati e denunciano sette persone. Stando a quanto ricostruito, a Latronico, in provincia di Potenza, i carabinieri hanno trovato un trattore rubato il 9 maggio 2017 a Corigliano. Le indagini vanno avanti e, pochi mesi dopo, a luglio, sempre la Procura di Castrovillari arresta due persone, un trentanovenne di Corigliano e un trentunenne di Laino Castello, ritenute responsabili di ricettazione di trattori agricoli. I due, prima rubavano i trattori agricoli e poi li rivendevano tra le province di Potenza e Cosenza a prezzi vantaggiosissimi.

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