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Cosenza, è notte fonda intorno al Planetario

L’imponente opera, costata oltre 6 milioni di euro, continua a rimanere chiusa e senza un futuro certo

Il planetario di Cosenza

“...E quindi (non) uscimmo a riveder le stelle”. L’ultimo verso dell’Inferno di Dante Alighieri calza a pennello per un gigante d’acciaio chiuso. Dimenticato. Trascurato. Un’opera che avrebbe dovuto richiamare l’attenzione di migliaia di visitatori. Degli studenti, soprattutto. È il planetario intitolato a Giovambattista Amici. Dopo una cerimonia di inaugurazione avvenuta il 6 aprile 2019 (l’astrofisica Sandra Savaglio avrebbe dovuto svolgere un ruolo primario) e un iter lungo 17 anni (2002-2019) fatto di delibere, intoppi burocratici, stop dei lavori per interdittive antimafie, poco e niente si è fatto. Fu un fuoco di paglia, quello del 2019. La visita di qualche scolaresca, i progetti annunciati dalle amministrazioni comunali (sia la vecchia che la nuova) non si è trovato il modo di gestire la struttura. Anche perché la gestione costa. Basta dire che per i Planetari di Bologna e Modena le rispettive amministrazioni comunali spendono ogni qualcosa come 500mila euro. Una somma che in questo momento Palazzo dei Bruzi non può permettersi.

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