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I “segni” nei secoli. La Sibaritide terra di Pontefici

Il profumo di Cristo. La Sibaritide è un luogo fecondo per il Cristianesimo. Nell’antichità è stata terra di Pontefici e di miracoli e in tempi moderni il posto nel quale un Papa ha “scomunicato” i mafiosi. Una circostanza, quest’ultima, che ha collocato nella Storia questa parte di Calabria offesa per lungo tempo dalla violenza di vecchi e nuovi boss. Ora Jorge Bergoglio ha scelto un parroco della diocesi di Cassano per farne il vescovo di Vallo della Lucania. E prim’ancora aveva individuato un presule sibarita - Nunzio Galantino - come segretario della Conferenza Episcopale Italiana mandandolo poi a guidare l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (affidandogli, in sostanza, il ruolo di ministro delle finanze del Vaticano). Non solo: l’attuale vicepresidente della Cei, con delega al Mezzogiorno, è Francesco Savino, oggi guida della diocesi sibarita. Cassano, dunque, posta in fondo alla Penisola, sembra essere nel cuore della massima autorità della chiesa cattolica. Scriveva Hegel: «Il presente vive con il cuore del passato». E potrebbe apparire suggestivo ma è come se, attraverso corsi e ricorsi, un filo invisibile legasse il passato al presente in quest’angolo di Sud. Pochi sanno, infatti, che nel 127 dopo Cristo fu Pontefice per 11 anni San Telesforo proveniente da Thurii; e che nel 259 divenne invece Papa per 10 anni San Dionisio, pure lui di Thurii; nel 310 toccò infine a Sant’Eusebio da Cassano, salire al soglio di Pietro: rimase in carica solo 4 mesi. Curzio Malaparte le avrebbe definite... «amorevoli coincidenze».

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