Il grande accusatore. È Danilo Turboli, fedele “soldato” per tanti anni, ad aver tracciato ai magistrati della Procura distretuale di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, il profilo di Roberto Porcaro, capo di una delle ‘ndrine che compongono le cosche “confederate” attive nell’area urbana. Il collaboratore di giustizia ne parla in riferimento a episodi estorsivi e, anche, in relazione ai debiti contratti con il boss dal fratello.
Debiti che avrebbero favorito una intensa attività d’usura condotta in danno di altri soggetti. Un’attività rispetto alla quale Turboli tira in ballo il germano, la cognata, l’ex moglie del boss e l’attuale compagna. Ma ecco quello che dichiara il pentito: «Mio fratello Alberto Turboli nel 2018 aveva contratto un debito, di oltre quarantamila euro, con Roberto Porcaro». Un debito i cui interessi, si presume, non vennero calcolati sui tassi praticati da una qualsiasi banca o finanziaria.
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