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Longobucco, dopo il crollo l’appello a restare uniti

La Cgil e l’ex sindaco Celestino: «Andiamo avanti insieme». «Indagare su quanto accaduto nella valle del Trionto»

Un popolo indignato, pervaso dalla rabbia per il crollo del viadotto ma soprattutto dal fatto che dopo trent’anni la nuova strada non è ancora finita né si sa quando finirà. Con esternazioni pubbliche nelle varie assemblee promosse dalle forze politiche e tramite i social, mostra il suo malumore. Le immagini del viadotto “Otriano 2” hanno fatto il giro del mondo. Quel ponte sembra un biscotto che si sbriciola rapidamente. Una lastra di ferro e cemento piegata dalla pioggia è l’emblema delle opere pubbliche in Italia. Dal 1990 ad oggi la Statale che viaggia dalla Sila al mare risulta ancora incompleta. E uno dei viadotti è stato abbattuto dalla furia di un corso d’acqua, gonfiato dalla pioggia, secondo la dinamica delle fiumare, tipiche in questa nostra terra.
E oggi è tanta la rabbia, che nella memoria di molti sono tornati a galla vecchi detti popolari … “Chi ti vo piare Truantu” (Che il Trionto ti possa portare via)… Era una frase un tempo utilizzata per augurare qualcosa di poco piacevole a chi si rendeva protagonista di malefatte. Una frase che oggi ci ricorda la forza di un fiume che, quando è in piena, dalla Sila scende con forza impetuosa fino al mare Jonio, trascinando con sé tutto ciò che trova lungo il proprio tragitto.
Tenendo conto che in passato le piena del fiume ha causato anche dei morti. Alla luce di quanto è successo, nei giorni scorsi, il fiume, ci ricorda, ancora una volta, che la natura va rispettata, che nel suo alveo non accoglie imposizioni e che sa come spazzare via mala-politica, mala-progettazione, mala-burocrazia, mala-imprenditoria, Con questo detto, preso a monito, il capogruppo d’opposizione ed ex sindaco, Eugenio Celestino, ha avanzato la richiesta al presidente del consiglio, comunale, Mario Parrilla ed al sindaco Giovanni Pirillo di convocare al più presto il consiglio comunale per trovare insieme una via d’uscita da questo tunnel. E per parlare anche di futuro, visto che Longobucco vive uno dei momenti più tristi e difficili della sua storia, un momento che mette a nudo le fragilità di un progetto concepito male e proseguito peggio e che evidenzia altresì l’inconsistenza di una classe politica incapace di saper fare le scelte giuste per gli interessi del popolo.

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