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Uccise la moglie a Cosenza: «Era capace d’intendere e di volere»

Il consulente della Corte inchioda Giuseppe Servidio, 52 anni, autore di un uxoricidio a Fagnano nel settembre del 2021

Le urla, i fendenti e il sangue. L'omicida era capace d’intendere e di volere. E brandì contro la vittima un coltello affilato con l’intenzione di uccidere. Lo afferma senza tema di smentite lo “specialista” chiamato dai giudici a valutare la personalità e le condotte d’un cinquantaduenne protagonista della fine tragica del suo matrimonio. Sonia Lattari, 43 anni, fu infatti assassinata a coltellate nel pomeriggio del 13 settembre del 2021 dal marito, Giuseppe Servidio.

Il delitto avvenne in un’abitazione di Fagnano Castello, piccolo centro della provincia di Cosenza. La coppia era da tempo in crisi e la donna nei mesi precedenti aveva subito un’ aggressione dal coniuge non intendendo però denunciare l’episodio alle forze di polizia.

Il corpo della Lattari venne trovato dalla figlia Teresa, corsa a casa dopo aver pranzato insieme con il fidanzato. L’uxoricida, compiuto il fatto di sangue, chiamò invece i carabinieri davanti ai quali ammise le proprie responsabilità: «Ho ucciso mia moglie». Rinchiuso in carcere, l'uomo è stato successivamente rinviato a giudizio davanti alla Corte di assise di Cosenza (Paola Lucente presidente; Marco Bilotti giudice a latere). I magistrati per venire a capo della vicenda, hanno nominato un consulente, il professore Giuseppe Sciaudone che ha concluso per una piena capacità d'intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto. Servidio dice di non ricordare più la dinamica dell'aggressione mortale e rammenta solo alcune slegate immagini riguardo al contesto in cui si svolse.

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